E cammino, cammino…
Cammino sempre, appena riesco, appena posso.
Cammino per la me immobile nel letto, appesa a un
tubo di aria disinfettata.
Cammino per la me che verrà e dovrà ripiegarsi ancora,
rimettere l’anima in tasca, deprivata di questa libertà
così sprecata.
Cammino per gli sconosciuti immobili senza motivo e
senza coscienza. Per chi non ha conosciuto riposo imposto ed è fisso nella sua posa.
Cammino verso chi non mi ama.
Cammino via dalla mia testa barocca, e la porto sempre
con me. Pesante, urlante, invadente, inopportuna, divertente. La mia testa è la zia eccentrica col gomito un
po’ alzato, colorata e imbarazzante, che urla la verità
usando metafore creative, che seppellisce con una freddura, ma appellandoti “tesoro”.
La mia testa in fuga, da raggiungere a piedi, eppure in
cielo, in cerca d’aria e di nuvole, poi annoiata, a parlar
a tutti, sempre, a sproposito, di cielo.
(da Guardami adesso).
E finalmente un giro impegnativo, almeno per me.
da Rescadore al Battisti, sentiero 615, passando per il Passone, senza guardare le tabelle temporali, il dislivello, e nemmeno il sole che si è fatto sentire.
Ho sentito le mie gambe, sempre più sicure.
il mio respiro. Costante, fiero.
ho sentito la mia gratitudine e la voglia di tornare a camminare, la ricerca della fatica, quando non pesa niente se non lo zaino pieno di banane e acqua.
Grazie, come sempre, a chi mi accompagna











