Il tacco empatico


Non mettevo i tacchi da trilioni di anni. Certamente pre gravidanza, ma venerdì sera, perbacco, chiamava il tacco. E sia.
Larghino, modesto, casto. Devo camminare. Sarò disinvolta e finalmente sembrerò una donna. O giù di lì.
Sopravvalutando come sempre parti del mio corpo che invece era meglio lasciar sopite nelle mie pantofole azzurre puffose con le pecorelle, mi sono incamminata.
Mi godo il centro.
Ah che bello.
La gente, le vetrine. Tutto corso Garibaldi, tanto che vuoi che sia via Guasco, è un attimo.
All’altezza della Ghiara già cammino come Lazzaro appena ricevuto il comando, chiappe strette e labbro inferiore mozzicato che il tassista lì parcheggiato si starà ancora chiedendo se era un goffo ammiccamento o se ero sotto acido. O se mi scappava fortissimo la pipì. Sai le anziane.
Mi fermo nella ingenua convinzione di dare un briciolo di sollievo alle estremità, maledicendo la genetica ( il secondo dito del piede è più lungo. Tocca. Sbatte. Si piega. Sembra una lumaca senza guscio è una cosa orrenda, dovrei andare in terapia solo per quello) Pregusto tuttavia il fatto che girato l’angolo sarò seduta. Dai. Manca poco.
Brava valerocchia.
Credici.
Si spalancano le porte del tram
(Si, autobus per i non reggiani).
Signò, dove sta l’ostello?
E mi ritrovo davanti una donna dall’età indefinita ma diciamo intorno ai 30,attorniata da sacchi della spazzatura gialli trasparenti, stracolmi (di ghisa, avrei poi scoperto), un trolley, sudore e fiatone.
In un motomix di autonegazione del dolore, masochismo da psichiatria profonda, nonsense e sopravvalutazione di forze ed essere una persona gentile, mentre sono una stronza che vi fa il dito medio in macchina se vi infilate prepotentemente davanti nella perpetua ed autorigenerante fila per Rivalta, ho cinguettato un “ci sto andando, andiamo insieme” arraffando senza esitazione i due porta ghisa travestiti da sempliciotti sacchetti porta oggettini vestitini cibini e che ne so.
Appena alzati, in cielo sono comparse le seguenti scritte in ordine di probabilità:
Lussazione spalle (entrambe,sì), gomiti, polsi.
Ipoglicemia severa immediata
Caduta con trauma facciale
Infarto
Embolia. Così
Perché un’embolia ci sta sempre.
Mentre mi ringraziava china sul suo UNICO TROLLEY CON LE ROTELLE anziché percularmi per quanto fossi cretina a essermi impossessata dei suoi bauli ricolmi di metallo pesante come se fossero il tesssoro di smiegol la turista ha iniziato invece a tossire come se dovesse espellere dalla bocca il demogorgone.
Butto un’occhiata sulle mie mani perfettamente in palette con le tendenze p/e 23 che vogliono il fucsia ovunque, le vene blu perfettamente a contrasto e sì cogliona, stai toccando una roba possibilmente infetta.
Le chiedo, SCUSANDOMI MA SA… se avesse mai per caso fortuitamemente il covid.
E quella, guardandomi con l’unica aria possibile da “ma che cazzo ne so io e poi anche fosse chissenefrega”, comunque mi rassicura: mai avuto.
Al che, con tre brevi pause nelle quali capisco che fare certe domande è come chiedere se fa la differenziata, paga regolarmente le tasse e chiede sempre lo scontrino, affronto i tre gradoni altri 3 metri e 20 cm dell’ostello e NON CONTENTA la accompagno al bar/reception. Devo avere un’espressione fresca e felice perché mi corre incontro il gestore chiedendomi se voglio una mano e come sto.
Eh, ormai.. rispondo con l’educazione der monnezza.
La ragazza con il trolley con la stessa sfacciataggine con cui portava i leggins che non pesavo esistessero nemmeno di quella taglia mi congeda come don Antonio del castello delle cerimonie e con lo stesso accento
“Che dii di mandenga sciend’ann d salud”, e scompare.
Corro in bagno a lavarmi accuratamente le mani, controllo le veschiche sanguinanti dei miei SECONDI DITI, asciugo via il grosso delle catinelle di sudore di cui sono impregnata dalla frangia stile acquazzone à paris e le ascelle stile workout con recupero attivo (cioè non ti fermi MAI per 50 minuti anche se ti faccio credere che gli esercizi a terra saranno allungamento e invece ti massacro di addominali) e via, sono pronta per iniziare finalmente la mia serata wow lacrimando a ogni passo come una madonna di civitavecchia qualsiasi.
In foto io che vedo arrivare la sfiga ma ancora non realizzo