Tu, e il mondo

Non ho fretta, sai, di mandarti nel mondo.
Ho avuto una incontenibile necessità di mostrartelo,spiegartelo, e ancor prima la egoica felicità che il mondo, finalmente, vedesse te. La tua bellezza, la tua unicità.
Ma poi, più cresci, più di questo mondo vedo luoghi inospitali, pericoli e insidie su cui io stessa anni fa saltellavo sprezzante.
Non la tua bellezza, non la tua unicità ti salveranno, anzi.
Non le mie braccia mai abbastanza lunghe non il mio sguardo vigile ma inevitabilmente miope.
Questo mondo è già più tuo che mio e resta la sensazione di far entrare un casa ospiti senza prima aver pulito, o non aver spiegato bene l’indirizzo.
Ti immagino grande, ancora più grande e ancora più lontana ed è un sentimento che non trovo nel mio gonfio portafoglio di emozioni.
Chissà magari i giapponesi o gli svedesi hanno coniato questa parola.
Chissà magari la troverai nelle lingue che studi.
Oppure troverai il suo significato contrario, mentre allontanandoti sicura, ondeggiando la tua chioma inconfondibile ti volterai un attimo, per salutarmi con un sorriso, solo perché saprai che lo starò aspettando.

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