Come certe relazioni umane.
Come bandiere tibetane ostinate, che il vento rende allegre, o sfibrate e quasi irriconoscibili.
Ma se i nodi sono saldi, se chi le ha affisse ha avuto cura e tenacia, resistono.
A un certo punto, dopo mille danze al cielo, diventa difficile anche sciogliere i capi, saldi, ai lati.
E se con fretta si taglia, si accoltella, si tira via, resterà comunque un pezzetto monco, deformato, ingrigito.
Un ricordo di ciò che è stato, un’immagine che però si torna subito ad immaginare, inventando chi e come, un giorno, ha affidato le proprie preghiere.
