Mi frughi nelle tasche la sostanza del tuo dolore
Non sai che ho tasche bucate e che sono in grado di trattenere solo sguardi benevoli
Li ripongo, però, nella credenza buona
Quella che mi fa prendere a schiaffi dal vento
Continuo ad amarlo e quindi a perdonarlo.
Un giorno hai smesso di cercare nelle fessure che credevi tasche rancorose.
Hai voluto i miei zaini da portare, e anche lì speravi di trovare accuse e recriminazioni.
Ma i miei zaini si rovesciano al sole e ne escono briciole di pasti felici, al vento di un crinale lontano.
Aspetto il giorno in cui vedrai solo le mani e le loro vene e quello che scorre, imperturbabile, sacro, conquistato, protetto. Come te, in me.
