Dove credi di andare?
Qualcuno deve avermi detto così, quel benedetto 15 marzo, riacciuffandomi per i capelli, quando tutti pensavamo che
Quando, stremata da 2 mesi immobile in un letto di pneumologia del policlinico di Milano, completamente sola e attaccata all’ossigeno ad alti flussi, il dottore è entrato e mi ha detto : ci sono due polmoni in osservazione.
Non credo nemmeno di avere avuto una reazione, persa nella mia bolla di disperata sopravvivenza.
Una bolla in cui ero dispersa.
La V, la A , la L, la mia stessa essenza stava scomparendo, mentre tutto il meraviglioso team di pneumologi mi stava tenendo in vita.
È difficile usare termini così ingrati come dolore e sofferenza quando ho ricevuto solamente amore e vita.
Sono entrata alle 7 e sono uscita alle 2 del mattino successivo grazie alla meravigliosa equipe del prof.Nosotti e del prof Lorenzo Rosso , che mi hanno restituito alla vita per la seconda volta.
E se tutta questa immane, insormontabile fatica, se tutto questo dolore crudo mi avranno regalato un altro giorno qui, ne sarà valsa la pena, anche se ogni giorno mi sono chiesta perché proprio a me questa meravigliosa svolta della vita?
Ringrazio per ogni pensiero, preghiera, emozione che mi avete fatto arrivare.
Ora c’è solo lavoro per ricostruire ogni singolo muscolo del corpo che è un monolite rinsecchito ma ho un respiro troppo grande, non riesco nemmeno a finirlo, esattamente come la gratitudine verso la vita, e chi ne fa parte
