Una scelta è vera quando sei l’unica a crederci.
È evoluzione se non è appoggiata, sostenuta o capita.
È fede pura se chiamata ostinazione, autolesionismo, se irrisa o svalutata.
È una compagna di vita con cui soppesare sacrifici agli altri invisibili, spiegazioni che neppure verranno chieste o ascoltate, rinunce dolorose ma necessarie.
Una scelta che sa di solitudine è una vetta in costruzione, raggiungerla o meno è un passaggio secondario ed eventuale.
E la consapevolezza, soprattutto, è un’arma potentissima.
Solo che prima di tutto va rivolta contro se stessi.
