Ora tutti, tutte ne conosciamo il nome. Saman. Il volto. Anzi, i volti: quello libero, e quello necessario, da tenere in famiglia.
Ancora una volta le parole vittima, tragedia, si intrecceranno con l’indignazione, la rabbia.
È accaduto proprio oggi, proprio qui.
È una lente di ingrandimento scomoda, potente, ancora perfettamente funzionante su un groviglio di patriarcato, cultura, condizione che credevamo difficile ma non impossibile cambiare.
Ancora un mano che avrebbe dovuto solo proteggere e abbracciare che scrive la parola Invece.
Invece ha prevalso una credenza più forte di tutto.
Invece hanno scelto ancora per lei, per noi.
Invece di conoscere il suo nome per le grandi cose che avrebbe potuto fare la leggiamo sul giornale, sotto, o sopra i suoi due volti.
Che avrebbero potuto salvarla, e invece.
